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L’ALLUCE DEL PODISTA, LA PATOLOGIA DEL SESAMOIDE

21/04/2021

L’ALLUCE DEL PODISTA, LA PATOLOGIA DEL SESAMOIDE

del dott. Fabrizio Valleriani fisioterapista ufficiale RT

Dolore sotto l’alluce? Potrebbe essere il sesamoide

Un’ampia varietà di patologie può colpire il complesso sesamoide dell’alluce del piede, comprese condizioni traumatiche, microtraumatiche, degenerative, infiammatorie, vascolari, infettive e neoplastiche. I sintomi sono abbastanza aspecifici, principalmente legati al dolore nella superficie plantare della prima testa metatarsale.  Schematicamente, le condizioni che interessano i sesamoidi saranno divise in due gruppi principali: anomalie intrinseche (l’osso sesamoide è il centro del processo patologico) e anomalie estrinseche (malattie che interessano secondariamente le ossa sesamoidi). Pertanto, in questo articolo, dopo una rassegna dei punti chiave anatomici e delle patologie che interessano il complesso sesamoide dell’alluce, verrà proposto un approccio pratico multimodale per la diagnosi delle patologie sesamoidi dell’alluce

Il piede è considerato un organo molto complesso, a causa della sua particolare struttura anatomica, in cui ogni singolo elemento contribuisce attivamente alla deambulazione e conseguentemente al gesto atletico del correre.

Spesso molte persone si lamentano per un dolore che si focalizza generalmente alla base del primo dito, in un’area in cui anatomicamente si trovano dei piccoli ossicini chiamati Sesamoidi.

Tali ossicine, sono inserite proprio nella lunghezza del tendine, un po’ come la rotula del ginocchio che è inclusa nel tendine rotuleo. L’infiammazione di questi sesamoidi prende il nome di sesamoidite ed è dovuta a continui traumi, generalmente in soggetti giovani che praticano attività fisica come la corsa o la danza, ma può colpire qualunque soggetto.
Vista la stretta vicinanza delle piccole ossicine rispetto alle strutture tendinee, generalmente si nota una infiammazione di entrambe le strutture, che facilmente viene scambiata per una semplice tendinite.

Sintomi

Proprio, i sintomi e la velocità di insorgenza, aiutano il medico a fare una diagnosi precisa, in quanto parliamo di un decorso progressivo, che è caratteristico, oltre naturalmente alla zona interessata. Infatti l’articolazione metatarso-falangea, che si trova tra il primo raggio e la prima falange è considerata una articolazione fondamentale nella deambulazione, e sopratutto nella corsa dove l’appoggio monopodalico ne beneficia.

A cosa servono i sesamoidi?

Le ossa sesamoidi, per anni sono state un po’ bistrattate e bollate come ossa inutili invece, tali strutture, pur non essendo fondamentali nel piede, tendono a comportarsi come pulegge, e rafforzano e stabilizzano il tendine durante la contrazione.
L’area infiammata risulta dolente al carico, e regredisce il dolore fuori appoggio del piede, talvolta assistiamo ad un area leggermente gonfia, arrossata e dolente.

Quali sono le cause della sesamoidite?

Correre è certamente un gesto naturale, ma entrano in gioco spesso molte variabili, che portano a sovraccarichi delle nostre strutture. Infatti, il terreno su cui si pratica il podismo é certamente un fattore predisponente, oltre all’uso di scarpe non proprio comode, che inficiano il giusto posizionamento del piede. Certamente esistono degli sport che favoriscono tale condizione come la pallacanestro, la corsa o il volley ma come già spiegato, qualunque attività, che richiede un gesto atletico ripetuto, è favorente la comparsa della sintomatologia.

Come si cura?

In passato, molti chirurghi ortopedici, hanno proposto interventi per rimuovere i sesamoidi, proprio considerando la loro scarsa funzione…ma oggi invece, sempre più raramente si ricorre alla chirurgia per risolvere la sesamoidite.

Presso il centro Globalfisio queste patologie vengono trattate con ottimi risultati con la Manipolazione Fasciale metodo Stecco, metodica che permette di eliminare la tensione fasciale delle strutture responsabili del problema. Successivamente viene effettuata un’analisi biomeccanica per capire se il sovraccarico proviene da un gesto atletico errato o da un sovraccarico di allenamento.

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