Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione. Continuando a navigare nel sito si accetta la nostra Privacy e Cookie Policy
OK Accetto

L’efficacia dell’allungamento terapeutico dei muscoli della gamba: quadricipite e ischiocrurali.
Di Andrea Orlando – Fisioterapista ufficiale RT

07/04/2021

L’efficacia dell’allungamento terapeutico dei muscoli della gamba: quadricipite e ischiocrurali.<br>Di Andrea Orlando – Fisioterapista ufficiale RT

Noi fisioterapisti utilizziamo frequentamente metodi di stretching dei muscoli
per trattare o prevenire i disturbi muscoloscheletrici. I muscoli biarticolari
dell’anca ricevono un’attenzione clinica specifica, in particolare i muscoli
posteriori (ischiorurali) e anteriore della coscia (quadricipite). È dimostrato in
diversi studi che la ridotta estensibilità di questi muscoli può alterare la
postura, l’ampiezza di movimento e la facilità del movimento. Sopratutto su
segmenti diversi, tra cui la colonna lombare, l’anca e il ginocchio. Inoltre ci
sono evidenze a favore dell’applicazione di un regolare programma di
stretching nella prevenzione delle lesioni muscolari.
Come può un atleta aumentare l’auto-stretching di questi muscoli?
Allungamento Ischiocrurali.
Partiamo dalla modalità che tutti conosciamo per allungare gli ischiocrurali
quindi: posizione statica da in piedi, estensione quasi completa del ginocchio,
flessione variabile dell’anca. Già il mantenimento di questa posizione
potrebbe avere effetto sul fascio muscolare, sopratutto se è rigido o retratto.
Ma per aumentare l’allungamento è possibile contrarre attivamente i muscoli
antagonisti che, in questo caso, sono il muscolo retto femorale e muscolo
multifido che è evidente con l’aumento della lordosi lombare.
Allungamento Quadricipite.
Consideriamo adesso la posizione da in piedi: gamba piegata e tallone che
tocca il gluteo. Per aumentare l’effetto dell’allungamento si effettua una
contrazione attiva dei muscoli addominali del soggetto e del muscolo grande
gluteo che, come nell’esempio di prima, sono i muscoli antagonisti dei flessori
d’anca. Questa contrazione causa, biomeccanicamente parlando, un ulteriore
range di allungamento.
In conclusione, se un atleta vuole effettuare un allungamento maggiore a
quello standard, questi due esempi dimostrano i metodi per allungare i
muscoli poliarticolari. In cianscun caso la procedura standard di allugamento
è stata aumentata da una contrazione volontaria di un gruppo muscolare
considerato antagonista al muscolo teso. Non è certo se l’attivazione di questi
muscoli antagonisti nel modo descritto produca una flessibilità maggiore o più
prolungata nei muscoli biarticolari tesi dell’anca rispetto a uno stretching
passivo standard ma sicuramente ha un effetto certo sulla sensazione di allungamento. La fisiologia che è alla base della tecnica, si trova
sull’inibizione reciproca dei muscoli. Un beneficio accertato di questo
approccio terapeutico è che il paziente è coinvolto nel trattamento e ciò può
migliorare la capacità di apprendere e controllare meglio la biomeccanica
degli arti inferiori. Se avete domande o dubbi, rimango a disposizione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

19 + tredici =

7 semplici regole
per prepararti
al running

Scarica la nostra checklist in regalo e scopri come diventare un runner intelligente



Privacy policy | Cookie policy

Le tue preferenze cookie

Copyright 2024 - SSD RUNNER TRAINER A.R.L. | P.I. 1323271004

made with by Web To Emotions

Scarica la nostra App gratuita

Per IOS e Android